Recensione di Alessio Balzaretti
Gigi Bertè è sempre una garanzia, non tradisce mai, sia nel bene che nel male, nella serietà e nell’ironia, ma soprattutto a tavola.
Quando finisce un’indagine, non ci sono santi che tengano, la fame va saziata e come si deve, ma a quello pensa la Marzia con i suoi manicaretti
di cucina ligure.
Noi lettori dobbiamo invece accontentarci, per modo di dire, delle storie che lo vedono in azione alle volte, come in questo caso, non solo come commissario ma anche come vittima.
Bertè ha un caratteraccio, non ha pazienza e soprattutto, se ha un’intuizione, non tollera chi gli mette i bastoni tra le ruote.
Non sopporta gli avvocati difensori, non sopporta i collaboratori che si atteggiano, non sopporta i colpevoli che la tirano tanto per le lunghe e non sopporta nemmeno quelli col suo stesso carattere.
Insomma lui è un sanguigno, di quelli che ragionano di pancia, non è un finanziere pignolo come Fucci e nemmeno un magistrato quadrato come la Graffiani. Quando indaga deve toccare con mano e sentire con le sue orecchie, sentendosi libero di poter maltrattare qualcuno dei suoi sottoposti.
In questo romanzo, Emilio Martini alias le sorelle Martignoni, disegnano una trama come di consueto abbastanza smart,
ma piena di contenuti e intrecci con risvolti letteralmente sorprendenti.
Bertè e la Solari sono conoscenti, che si ritrovano fatalmente, ma non troppo, coinvolti in quello che appare come un attentato alla vita del commissario.
A farne le spese è Vittorio Cella che, con la sua barca carica di esplosivo, salta in aria proprio a due passi dalla Antigone, il natante dove Gigi e Marinella sono imbarcati.
La donna, costretta al ricovero ospedaliero in gravi condizioni, rimane sospesa tra la vita e la morte, come effetto collaterale del tragico evento.
Le ricerche partono sulla pista della vendetta privata ma presto, le incongruenze e le testimonianze di chi conosce bene i soggetti coinvolti nell’attentato, spostano l’attenzione verso congiunture tra le parti lese, che vanno oltre le prime impressioni di Bertè.
Il botto, come tutti i romanzi di Martini, ha la qualità di essere essenziale ma estremamente completo, regalando anche in questo caso, un altro tassello verso la conoscenza del protagonista che, per i suoi assidui lettori, ormai è uno di famiglia.
Questo significa che Gigi non ci porta solo in giro per Lungariva, sulla costiera ligure, a risolvere enigmi e casi in carico al suo commissariato, ma si siede a tavola con noi, ci porta nella sua intimità con Marzia e ci consegna anche quel tipico tocco di milanesità che fa parte del suo essere.
Il romanzo scorre via che è un piacere e le parole, come i dialoghi, sono al posto giusto nel momento giusto. Uno di quei libri che, mi azzardo a dire, piacerebbe a qualsiasi genere di lettore, perché ci troverebbe davvero tutte le sfaccettature letterarie possibili e immaginabili.
Una storiella, potrebbe dire qualcuno, riferito alle 164 pagine totali del libro. Sicuramente un libro “da viaggio”, tuttavia non fatevi ingannare, perché l’intreccio dietro cui si cela il colpevole di questo crimine è molto complesso e per nulla semplice da districare senza aver letto fino all’ultima pagina.
Tratto da : www.thrillernord.it/il-botto
Link per acquisto : Amazon |IBS.it | La Feltrinelli